Ogni giorno consumiamo prodotti di qualsiasi tipo, sia nella nostra vita personale che nell’ambito lavorativo. Ma un aspetto a cui non sempre si pensa è tutto il procedimento che sta dietro ciò che utilizziamo. Quando si parla di sostenibilità, infatti, un concetto fondamentale da tenere in considerazione è proprio il ciclo di vita di un prodotto. Vediamo, quindi, che cos’è, quali sono le fasi di cui è composto e uno step di cui spesso ci si dimentica.
Cos’è il ciclo di vita di un prodotto
Il ciclo di vita di un prodotto è un metodo che mette in evidenza ogni singola fase del processo di produzione. Rappresenta, quindi, il periodo di tempo che intercorre dall’ideazione del prodotto fino al suo ritiro dal mercato.
Si tratta di un aspetto fondamentale da prendere in considerazione nei processi decisionali e di sviluppo di una strategia di mercato. Una corretta gestione del ciclo di vita di un prodotto porta, infatti, numerosi vantaggi a un’azienda, tra i quali:
- Incremento della redditività;
- Possibilità di prendere decisioni di marketing più informate basandosi sulle singole fasi del ciclo;
- Aumento della reputazione del marchio e della fidelizzazione dei clienti.
Quali sono le fasi del ciclo di vita di un prodotto
L’evoluzione di un prodotto è composta da cinque fasi ben specifiche, che è necessario comprendere fino in fondo per poter ottimizzare la propria gestione strategica. Vediamo, quindi, brevemente quali sono questi step fondamentali:
- Sviluppo: è la fase della ricerca di mercato, composta da concept, test e l’ideazione di una strategia per poi andare a reperire le materie prime necessarie;
- Produzione: ovvero il momento in cui l’idea prende vita, diventando un vero e proprio prodotto;
- Distribuzione: corrisponde al lancio del prodotto sul mercato;
- Utilizzo: i clienti iniziano a usare il prodotto, le vendite iniziano a crescere, si presenta un aumento della domanda e nuovi potenziali concorrenti;
- Declino: le vendite raggiungono il picco, il tasso di crescita inizia a rallentare e la concorrenza ha iniziato ad acquisire porzioni di mercato. Per questo, il prodotto viene ritirato dal mercato e diventa automaticamente un rifiuto.
Durante tutte queste fasi, vengono utilizzate grandi quantità di materie prime, acqua ed energia, generando rifiuti ed emissioni inquinanti.
Una fase necessaria: le 4R
Cosa succede quindi dopo la fase di declino? I rifiuti diventano qualcosa di buttare e dimenticare oppure è possibile dargli nuova vita attraverso uno step aggiuntivo?
Quando si parla della differenza tra economia lineare e circolare è necessario fare riferimento al concetto delle 4R, che dovrebbe diventare una priorità per tutte le realtà aziendali e non. Ma quali sono queste 4R?
- Riduzione: innanzitutto, un passo importante per contribuire a un mondo più sostenibile è ridurre il consumo. Usare una quantità minore di materiali per un prodotto equivale a ridurre l’estrazione e la lavorazione di materie prime e, di conseguenza, creare prodotti di lunga durata, facilmente riciclabili e smaltibili senza recare danni all’ambiente.
- Riutilizzo: prima che diventino rifiuti, i materiali si possono riutilizzare, portando così benefici a livello sia ambientale che economico ed evitando inutili sprechi.
- Riciclo: attraverso lavorazioni industriali ben specifiche, il rifiuto viene trasformato in materiale utile per essere impiegato nuovamente. In questo modo, si risparmia energia per produrre da materie prime, si minimizzano le emissioni di gas e si tutela l’ambiente.
- Recupero: ha l’obiettivo di dare una seconda vita a un rifiuto, creando materia prima e/o prodotti nuovi.
È proprio questa la base del lavoro di DEMM, ovvero cambiare il concetto di rifiuto, promuovere i vantaggi dell’economia circolare e impegnarci per un futuro più sostenibile. Per questo vogliamo accompagnarti nella gestione dei rifiuti e offrirti le soluzioni più adatte a te e alla tua attività.